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Scaria, Val d'Intelvi, Italia

Scaria Ansicht Scaria

Camminando per un paio di km da Arogno, ultimo villaggio in territorio ticinese, e attraversando il confine italiano, si arriva a Scaria, un piccolo borgo che oggi fa parte del comune di Lanzo. La posizione dell'altopiano su cui sorge, che si estende tra il Lago di Como e il Lago di Lugano, ha dato il nome all'intera area: ante lacum / ante lacos è diventato Antelamus e poi Intelvi. (Per altri studiosi il nome verrebbe dai due torrenti - i Teli - da cui ancora Antelacus).

I reperti archeologici rinvenuti, tra cui una tomba o meglio masso avello, forse del V - VI secolo, testimoniano la presenza di un antico insediamento. Il suo nome si ritrova scritto per la prima volta in un documento risalente all'anno 799, in cui viene citato come testimone un certo Alfrit de Antellaco f.q. Morani de Scallia. Il villaggio faceva parte dei possedimenti del monastero di Sant'Ambrogio a Milano, circostanza che ha garantito la conservazione di numerosi documenti medievali che lo riguardano.

Già dalla conquista longobarda, se non addirittura dai tempi di Roma e senza interruzioni fino al fiorire dell'arte romanica, gli abitanti della Val d'Intelvi affiancavano alla vita di contadino e commerciante di legname quella di lavorante della pietra e del legno (magister a legnamine, magister a lapidum; vedi anche la voce Magistri comacini nella lista Artisti II-M), andando a lavorare nei cantieri dell'Italia settentrionale. Era il tempo, infatti, delle fiorenti città-stato (Genova, Firenze, Pisa, Padova, Venezia), dove si commissionavano palazzi, chiese e monasteri. A Genova, ad esempio, gli architetti e gli artisti della Val d'Intelvi erano chiamati Magistri Antelami (maestri della Val d'Intelvi). Il primo di cui conosciamo il nome è lo scultore Benedetto Antelami (1150 ca. – 1230 ca.), che realizzò, tra l'altro, la Deposizione di Cristo dalla croce nel duomo di Parma.

Deposizione di Cristo dalla croce, duomo di Parma, 1178

Benedetto Antelami, Deposizione di Cristo dalla croce, duomo di Parma, 1178

Da allora il flusso degli emigranti non si è più arrestato, non solo verso l'Italia, ma anche, superando le Alpi, in Germania, Austria, Repubblica Ceca, Polonia e Russia. Ad esempio, partendo da Scaria, fecero fortuna all'estero l'architetto Domenico dell'Allio e il pittore Carlo Carloni (v. biografie su questo sito web) e lo stuccatore Diego Carloni. Ma nella stessa Scaria vi sono testimonianze della loro arte, sia nelle due chiese che nel museo, quest'ultimo riaperto in una veste rinnovata da marzo 2016.

Da Scaria provengono le seguenti famiglie di artisti:


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© 2017 M.T. Teoldi / U. Stevens, con aggiunte di L. Trivella
Traduzione dal tedesco di M.F. Nicoletti

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